Valutare il rischio microclima

Home Valutare il rischio microclima

Il Testo Unico sul lavoro definisce il microclima come complesso di parametri ambientali, in un ambiente confinato, che condizionano gli scambi termici soggetto-ambiente. Sempre il TU include il microclima nell’elenco di agenti fisici  per cui è necessaria la valutazione del rischio. Il microclima è un fattore molto importante nell’attività lavorativa, innanzitutto perché se errato può comportare danni alla salute dei lavoratori, ma anche perché un ambiente che presenta caratteristiche non conformi potrebbe causare disagio e impossibilità a svolgere determinate attività.
consulenza sicurezza sul lavoro
Per la valutazione del rischio microclima vengono analizzati tutti quei fattori che concorrono alla modifica del microclima (Allegato IV punto 1.9 DLgs 81/08), come:

  • Areazione dei luoghi di lavoro: sufficiente ricambio di aria negli ambienti, in funzione dall’attività svolta. Se non è possibile utilizzare delle aperture naturali deve essere installato un impianto di areazione, che deve essere sottoposto a manutenzione periodica e che non deve esporre i lavoratori a correnti d’aria. Nei luoghi di lavoro in cui il rischi sono contenuti, come gli uffici, è necessario prestare particolare attenzione all’uso di impianti di condizionamento e climatizzazione. Deve esserci sempre un ricambio di aria e deve avvenire in maniera da non alterare i parametri di temperatura e umidità. Altri fattori sono quelli della velocità dell’aria (circa 0,30 m/s) e l’abbattimento degli inquinanti. Infine occorre fare in modo che ogni lavoratore disponga di almeno 10 metri cubi di aria respirabile e rinnovata.
  • Temperatura dell’aria: deve essere adeguata all’organismo umano (tra 19°C e 22°C), tenendo conto di attività svolta, livello di umidità e movimenti d’aria. Non deve esserci un soleggiamento eccessivo ed è necessario prendere misure, anche localizzate, affinché la temperatura sia adeguata per tutti i lavoratori.
  • Umidità: deve essere tenuto sotto controllo il livello di umidità, anche in ambienti come quelli industriali. L’umidità deve essere compresa tra 40% e 60% affinché sia ottimale.