Modalità di valutazione del rischio cancerogeno
I parametri per la valutazione del rischio cancerogeno sono:
- caratteristiche, durata e frequenza delle lavorazioni
- quantità di agenti cancerogeni o mutageni utilizzati e loro concentrazione
- capacità dell’agente di penetrare nell’organismo per le diverse vie di assorbimento.
La valutazione del rischio da agenti cancerogeni o mutageni può essere effettuata:
- grazie a stime qualitative che utilizzano modelli che tengono conto delle diverse variabili in gioco
- attraverso misurazioni reali (per ogni lavoratore o su un campione) dell’agente cancerogeno o mutageno.
Il datore di lavoro, come per ogni rischio presente nei luoghi di lavoro, è tenuto a ridurne l’incidenza trovando sostanze alternative e a quelle cancerogene o mutagene, se ciò non è possibile riducendone l’esposizione, rimanendo al di sotto dei valori limite indicati nell’Allegato XLIII.
L’art. 244 del D.lgs. 81/08 pone i cardini normativi per l’istituzione di un Registro Nazionale dei tumori di origine professionale. In particolare il comma 3 specifica che presso l’Ispesl “è costituito il registro nazionale dei casi di neoplasia di sospetta origine professionale, con sezioni rispettivamente dedicate”ai casi di mesotelioma, di neoplasie delle cavità nasali e dei seni paranasali e di altre neoplasie. Tale registro viene tenuto e aggiornato grazie al monitoraggio effettuato dai Centri Operativi Regionali dell’ISPESL , deputati appunto all’osservazione e al continuo controllo dei casi di tumore lavoro-correlato.
Approfondimento
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