I gas medicali (o gas medicinali) sono i gas utilizzati in ambito sanitario a scopo terapeutico prodotti, immagazzinati e distribuiti da una Ditta aggiudicataria come previsto dalla normativa vigente.
Gas medicali sono, ad esempio:
- l’aria medicinale
- l’ossigeno medicale (O2)
- il protossido di azoto medicinale (N2O)
- l’argon
- l’azoto (N2)
- l’elio
- l’anidride carbonica (CO2)
Questi prodotti, se non gestiti in maniera appropriata, rappresentano un rischio per la salute e la sicurezza di chi opera all’interno di una struttura sanitaria e dei pazienti ed è per questo motivo che la normativa ne regola l’uso e la conservazione e impone una serie di regole che garantiscano la tracciabilità dei lotti e una chiara etichettatura delle bombole la cui colorazione dell’ogiva identifica il rischio associato al gas contenuto. È inoltre importante che il personale sanitario conosca i gas medicali e sappia come utilizzarli correttamente.
I rischi legati all’uso dei gas medicali possono essere diversi poiché, a seconda del prodotto, questi gas possono essere infiammabili, tossici, corrosivi, ossidanti, ecc.
Effettuare una corretta valutazione del rischio e garantire la sicurezza di chi lavora in presenza di gas medicali è compito del datore di lavoro nelle strutture private e del dirigente sanitario nelle strutture pubbliche: in ottemperanza alla normativa vigente dovranno essere attuate idonee misure di prevenzione.
Nello specifico la normativa a cui si fa riferimento in merito alla prevenzione dei rischi legati ai gas medicali sono:
- Dlgs. 538 del 30/12/1992, decreto di attuazione della direttiva 92/25/CEE sulla distribuzione dei medicinali;
- DLgs. 178 del 29/05/1991, recepimento delle direttive europee sui medicinali;
- Dlgs. 219 del 24 aprile 2006, decreto di attuazione della direttiva 2001/83/CE sul codice comunitario riguardante i medicinali.
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